Alessandro Nova
IL LIBRO DEL VENTO

formato cm 24x30
rilegato con sovracoperta
224 pagine interamente a colori

© 2007 Ultreya

Il volume ripercorre la lunga tradizione iconografica del vento, dall’antichità ai giorni nostri. Divinità e astrazione, il vento è rappresentato in forme mutevoli come figura umana mitologica, o come personificazione benefica o malevola. Il vento tuttavia non è solo una divinità astratta, ma anche un fenomeno naturale invisibile, ed è rappresentato nell’arte non solo come mitica divinità o personificazione, ma anche come effetto atmosferico con implicazioni estetiche, come metafora delle passioni umane, e infine come segno.
Il saggio di Alessandro Nova, docente all’Università di Francoforte e direttore del Kunsthistorisches Institut di Firenze, non si limita a una lettura dell’iconografia del vento in chiave storica ma apre una prospettiva di indagine assolutamente nuova e originale anche sull’arte contemporanea, offrendo spunti molteplici di riflessione intorno alla domanda se e come sia possibile rappresentare l’invisibile.


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Alessandro Nova
THE BOOK OF THE WIND

format 24x30 cm
hardbound with jacket
224 pages full colour

© 2007 Ultreya

The volume retraces the long iconographic tradition of the wind from ancient times down to our own day. Both deity and abstraction, the wind is represented in variable forms as a mythological figure or as a beneficent or malevolent personification. However, the wind is not just an abstract divinity, but also an invisible natural phenomenon, and is represented in art not just as a mythical deity or personification, but also as an atmospheric agent with implications that are aesthetic as well as metaphorical, and finally as a sign.
The text by Alessandro Nova, who teaches at the University of Frankfurt and is currently Director of the Kunsthistorisches Institut in Florence, is not confined to an interpretation of the iconography of the wind in historical terms but opens up a completely new and original perspective of inquiry also into contemporary art, offering numerous points for reflection on the question of if and how we can represent the invisible.